Perché gli alieni potrebbero già essere in viaggio verso di noi. | Kurzgesagt

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Video

Trascrizione

L’universo è vasto e magnifico.

Centinaia di miliardi di galassie, bilioni di stelle

e un numero ancora maggiore di pianeti.

Se anche solo una minima frazione di questi fosse abitabile,

l’universo dovrebbe brulicare di vita.

Eppure non vediamo nulla, solo un immenso vuoto.

Dove sono tutti gli altri?

La risposta a questo enigma

potrebbe essere tanto emozionante quanto inquietante.

Siamo arrivati in anticipo,

nati prima di quasi tutte le altre forme di vita.

Ma tra non molto le cose potrebbero cambiare.

Gli alieni potrebbero farsi vivi ed espandersi in breve tempo.

È possibile che stia per iniziare un’inarrestabile corsa per l’universo.

(musica allegra)

Anche se questo video si basa su articoli scientifici,

esporremo idee interessanti

basate su pochi dati e molta estrapolazione,

quindi prendetele con le pinze.

Ok!

Esamineremo tre domande essenziali per capire la competizione galattica.

Primo:

quanto ci mettono i batteri a costruire delle astronavi?

Per diventare una civiltà interstellare

la vita come la conosciamo deve scalare moltissimi gradini.

Partiamo dalla materia inorganica che si trasforma nei mattoni della vita.

Deve quindi organizzarsi in cellule autonome.

Queste cellule devono imparare a collaborare

per formare gli organismi pluricellulari.

Il processo continua finché creature complesse con grandi cervelli

non apprendono l’uso di strumenti e linguaggio.

La civiltà deve essere formata da culture

che danno valore al progresso e allo sviluppo tecnologico.

E che devono avventurarsi fuori dal loro pianeta natale.

Sulla Terra, la vita è comparsa subito dopo la formazione degli oceani.

Ma poi ci sono voluti 2 miliardi di anni

per passare dalle singole cellule agli organismi pluricellulari,

e poi altri 2 miliardi per arrivare alla nostra comparsa.

Ma la cultura, la civilizzazione e il viaggio spaziale

si sono sviluppati molto velocemente.

Ci vuole sempre così tanto

o è stato tutto eccezionalmente veloce?

Inoltre, il passaggio da un gradino all’altro non è garantito:

la pluricellularità terrestre si è evoluta in maniera indipendente oltre 25 volte,

ma solo una specie è riuscita a costruire le astronavi.

Non sappiamo quanti gradini debba fare la vita

e quanto tempo ci voglia per sviluppare una civiltà tecnologica,

ma è probabile che siano molti

ed è probabile che su bilioni di pianeti

la vita ci abbia provato per miliardi di anni.

Dato che là fuori non vediamo altre civiltà tecnologiche,

potremmo benissimo essere una rara eccezione.

Potremmo essere tra le prime

o persino la prima civiltà tecnologica della Via Lattea.

Ma questo è solo un pezzo del puzzle.

Per giunta, potremmo essere arrivati al momento giusto.

Perché l’umanità esiste in questo momento?

L’universo ha già 13,8 miliardi di anni

ma è improbabile che molte altre civiltà tecnologiche

si siano sviluppate prima di noi.

La vita avrebbe faticato ad emergere nell’universo primordiale,

figuriamoci a prosperare,

a causa di un ambiente decisamente ostile.

Stelle che esplodono in continuazione,

galassie in rotta di collisione,

e buchi neri supermassicci che emettono un’enorme quantità di radiazioni.

Quanto basta per sterilizzare una galassia più e più volte.

Il nostro Sole è nato proprio alla fine di questo letale spettacolo cosmico.

L’Universo non è mai stato più adatto alla vita di quanto lo sia ora.

L’umanità è quindi arrivata proprio al momento giusto,

forse il primo che permette alla vita di prosperare.

E il futuro?

Il Sole è più luminoso del 90% delle stelle della nostra galassia,

e lo sarà sempre di più.

Tra circa un miliardo di anni farà evaporare tutti gli oceani della Terra

per poi diventare una gigante, inghiottendola.

Quindi, nel contesto galattico, il Sole ha vita breve.

La maggior parte delle stelle sono nane rosse

che possono ospitare pianeti abitabili per decine di bilioni di anni.

Su questi pianeti la vita ha una finestra temporale lunghissima

per comparire e scalare tutti quei gradini.

Pur non sapendo quanto la vita sia rara o comune,

questo rende molto più probabile la comparsa di civiltà tecnologiche

in un futuro indefinito piuttosto che nel passato.

Perché se le civiltà appaiono casualmente nella Via Lattea

in una finestra temporale di un bilione di anni,

allora pochissime sono già apparse, ammesso che sia mai successo.

Poi eccone un altro paio nel miliardo di anni che ci coinvolge,

prima che tutte le civiltà interstellari che potrebbero mai esistere

emergano tutte insieme.

Questa strana distribuzione a forma di tsunami

è la conseguenza del modello a gradini

ma anche di qualcos’altro:

una sorta di termine ultimo per tutte le civiltà interstellari.

Tutte le civiltà future

non avranno molto spazio a disposizione,

quindi tutta la vita potenziale dovrà trovare posto prima di allora.

Forse l’umanità esiste in questo momento

perché non abbiamo sforato questo termine ultimo.

Cosa o chi definisce questo termine ultimo?

Perché gli alieni non sono già sulla Terra?

Gli umani sono curiosi, espansionisti e affamati di energia.

Ci siamo sparsi in tutto il mondo, rendendolo nostro.

La nostra tecnologia è progredita nel tempo,

prima lentamente, poi ad una velocità straordinaria.

Se le cose non cambieranno drasticamente

e i nostri discendenti vorranno prosperare,

dovranno espandersi nello Spazio.

Potremmo costruire uno sciame di Dyson per avere energia infinita

e trasformare i pianeti nelle nostre nuove case.

Potremmo coprire distanze interstellari

raggiungendo pianeti attorno a stelle lontane.

Con la giusta motivazione possiamo diventare una civiltà galattica.

Una civiltà che fa cose del genere può essere definita “rumorosa”,

perché la sua attività genera del “rumore”,

segnali che possono essere captati da molto lontano.

Immaginate qualcuno in una foresta che abbatte alberi,

appicca incendi e costruisce strade.

Più è intenso il suo lavoro, più è facile notare la sua presenza.

Una civiltà tecnologica in espansione probabilmente non passerebbe inosservata.

I nostri telescopi noterebbero tutta quell’energia

e identificheremmo chiaramente un’interferenza artificiale

con stelle e pianeti.

Un’altra conseguenza di questa attività

è il suo devastante impatto ambientale.

La deforestazione implica la scomparsa della fauna selvatica.

Le attività umane hanno impedito la nascita di una civiltà di scoiattoli.

Non perché odiavamo gli scoiattoli,

ma perché il solo pensiero che avrebbero voluto farlo

non ci ha nemmeno sfiorato,

e poi ci serviva del legno.

Analogamente, se antiche Civiltà Rumorose avessero esplorato la galassia

terraformando pianeti o catturando l’energia delle stelle

avrebbero potuto precludere la nostra esistenza.

Se gli alieni avessero colonizzato la Terra

quando eravamo solo melma negli oceani,

quella melma non si sarebbe mai evoluta negli esseri umani.

È così che gli alieni rumorosi stabiliscono una scadenza

per la comparsa di nuove civiltà.

La galassia può sostenere la vita per bilioni di anni,

ma la finestra temporale per espandersi e prosperare è limitata.

Anche se una Civiltà Rumorosa rispettasse i pianeti che ospitano la vita

espandendosi intorno ad essi

come fanno gli umani con le riserve naturali,

le civiltà nate su quei pianeti non potrebbero espandersi.

Intrappolate per sempre in una piccola isola.

Ma noi esistiamo,

e probabilmente gli alieni rumorosi non sono mai stati qui.

E gli alieni che non si espandono?

Potremmo chiamarli “Alieni Silenziosi”.

Probabilmente abitano un solo sistema stellare

e non hanno un impatto evidente sul loro circondario cosmico.

È l’attuale status dell’umanità.

Non saremmo in grado di rilevarci dal lato opposto della Via Lattea.

Se restassero silenziosi per sempre, magari per motivi culturali o di capacità,

allora non rappresenterebbero un rischio.

Abbiamo un solo esempio da cui attingere: l’umanità.

E noi siamo sulla buona strada per diventare rumorosi.

Se non rappresentiamo un’eccezione,

allora tutte le civiltà con le motivazioni e le risorse adatte

prima o poi si espanderanno oltre il loro pianeta d’origine.

Ok, ma quali sono le conseguenze di tutte queste idee ed ipotesi?

Conseguenze serie: la corsa alle stelle

Se siamo davvero in anticipo, prima o poi qualcun altro ci raggiungerà.

Nuove civiltà emergeranno in molti luoghi

e questi alieni osserveranno lo spazio senza notare alcun segno di vita,

arrivando alla stessa conclusione:

esistono perché le Civiltà Rumorose non hanno ancora fatto piazza pulita.

Ma è sufficiente una sola Civiltà Rumorosa

per estrometterli dall’intera galassia.

Come noi, dovranno prendere una decisione importante:

restare silenziosi, farsene una ragione

e occuparsi del proprio pianeta il più a lungo possibile,

o iniziare ad espandersi per prendersi una fetta della galassia

prima che lo faccia qualcun altro.

Incontrare qualcun altro non implica necessariamente guerre o conflitti

ma verranno tracciate nuove frontiere,

confini che potrebbero durare per sempre.

Nel peggiore dei casi,

una civiltà potrebbe essere completamente circondata da imperi,

destinata a rimanere per l’eternità un sobborgo galattico

senza alcun controllo sul proprio destino.

Se vogliamo sedere al tavolo galattico degli adulti

è meglio mettersi al lavoro.

Se siamo effettivamente in anticipo, abbiamo un’opportunità incredibile.

Dare forma a migliaia o persino milioni di pianeti,

in base alla nostra visione e ai nostri sogni.

E un giorno, quando incontreremo gli altri,

potremo accoglierli e salutarli come nostri pari.

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