Che aspetto hanno gli alieni? La scala Kardashev | Kurzgesagt

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Trascrizione

L’universo osservabile è un grande posto

che esiste da più di 13 miliardi di anni.

Fino a 2 trilioni di galassie,

costituite da qualcosa come 20.000 miliardi di miliardi di stelle,

circondando la nostra galassia.

Solo nella Via Lattea,

gli scienziati presuppongono che ci siano 40 miliardi di pianeti come la Terra

nella zona abitabile della loro stella.

Quando guardiamo questi numeri,

è difficile immaginare che non ci sia nessuno là fuori.

La nostra concezione di noi stessi cambierebbe per sempre

se trovassimo qualcun altro.

Solo sapere che questo vasto posto non è morto

sposterebbe la nostra prospettiva verso l’esterno

e potrebbe aiutarci a superare i nostri contrasti irrilevanti.

Ma prima di cercare i nostri nuovi migliori amici o peggiori nemici,

abbiamo un problema da risolvere:

cosa stiamo effettivamente cercando?

Sottotitoli di Nico Maddalena

In un universo così grande e longevo,

dobbiamo presupporre che le civiltà

inizino a distanza di milioni di anni l’una dall’altra

e si sviluppino con diverse direzioni e velocità.

Quindi, non solo stiamo guardando a distanze

da dozzine a centinaia di migliaia di anni luce,

stiamo cercando civiltà che vanno da primitive a superavanzate.

Quindi abbiamo bisogno di una cornice concettuale

per poter ragionare meglio,

potendo così cercare meglio.

Ci sono regole universali che le specie intelligenti seguono?

Attualmente abbiamo un solo esempio di civiltà,

quindi potremmo fare supposizioni errate

basate unicamente su noi stessi.

Comunque, meglio di niente.

Sappiamo che gli umani iniziarono solo con menti e mani

che potessero costruire strumenti.

Sappiamo che gli umani sono curiosi,

competitivi, avidi di risorse ed espansionisti.

Più i nostri antenati avevano queste qualità,

più avevano successo nel gioco della costruzione della civiltà.

Essere tutt’uno con la natura è bello,

ma non è la strada che porta ai sistemi d’irrigazione

o alla polvere da sparo o alle città.

Quindi è ragionevole supporre che

alieni capaci di prendere il controllo del loro pianeta natale

avessero anche queste qualità.

E, se gli alieni devono seguire le stesse leggi della fisica,

allora c’è un sistema di misura del progresso:

l’uso dell’energia.

Il progresso dell’uomo può essere misurato molto precisamente

da quanta energia abbiamo estratto dal nostro ambiente

e da come l’abbiamo resa utilizzabile per fare cose.

Abbiamo iniziato con i muscoli, finchè non abbiamo imparato a controllare il fuoco,

poi abbiamo costruito macchine che usano l’energia cinetica dell’acqua e del vento.

Con il miglioramento delle nostre macchine e l’espansione della conoscenza dei materiali,

iniziammo a imbrigliare l’energia concentrata nelle piante morte che estraevamo dal suolo.

Come il nostro consumo d’energia cresceva esponenzialmente,

così fecero le abilità della nostra civiltà.

Tra il 1800 e il 2015 la popolazione aumentò di sette volte,

mentre l’umanità stava consumando 25 volte più energia.

È probabile che questo processo continuerà nel lontano futuro.

Basandosi su questi fatti, lo scienziato Nikolai Kardashev

sviluppò un metodo per categorizzare le civiltà,

dagli abitanti delle caverne agli dei che governano le galassie:

la Scala Kardashev;

un metodo per classificare le civiltà in base al loro uso di energia.

La scala è stata perfezionata e ampliata

nel corso dei decenni, ma in generale colloca

le civiltà in quattro categorie diverse.

Una civiltà di Tipo 1

è in grado di usare l’energia disponibile del loro pianeta natale.

Una civiltà di Tipo 2

è in grado di usare l’energia disponibile della loro stella e del sistema planetario.

Una civiltà di Tipo 3

è in grado di usare l’energia disponibile della loro galassia.

Una civiltà di Tipo 4

è in grado di usare l’energia disponibile di più galassie.

Questi livelli differiscono per ordini di grandezza.

È come paragonare una colonia di formiche

a un’area metropolitana umana.

Per le formiche siamo così complessi e potenti

che potremmo anche essere dei.

Quindi, per rendere la scala più utile,

abbiamo bisogno di sottocategorie.

All’estremità inferiore dello spettro,

ci sono le civiltà dal Tipo 0 al Tipo 1:

qualsiasi cosa, dai cacciatori-raccoglitori,

a qualcosa che potremmo ottenere nei prossimi cento anni.

Questi potrebbero effettivamente essere abbondanti nella Via Lattea.

Ma una civiltà che non trasmette attivamente

segnali radio nello spazio,

potrebbe essere vicina quanto il nostro più adiacente sistema stellare,

il sistema Alpha Centauri,

e non avremmo modo di renderci conto che esistono.

Ma anche se trasmettessero segnali radio come noi,

potrebbe non essere molto utile.

Su scala interstellare,

l’umanità è praticamente invisibile.

I nostri segnali possono estendersi

per ben 200 anni luce,

ma questa è solo una piccola frazione della Via Lattea.

E anche se qualcuno stesse ascoltando,

dopo pochi anni luce i nostri segnali decadono in rumore,

impossibile da identificare come fonte di una specie intelligente.

Oggi, l’umanità si colloca a circa il livello 0,75.

Abbiamo alterato il nostro pianeta:

abbiamo creato strutture enormi,

minato e distrutto montagne,

rimosso foreste pluviali e prosciugato paludi.

Abbiamo creato fiumi e laghi

e modificato la composizione

e la temperatura dell’atmosfera.

Se il progresso continua

e non rendiamo la Terra inabitabile,

diventeremo una civiltà completa di Tipo 1

nelle prossime centinaia d’anni.

Qualsiasi civiltà che diventa di Tipo 1

è obbligata a guardare altrove,

perché è probabile che sia ancora curiosa,

competitiva, avida ed espansionista.

Il prossimo passo ragionevole verso la transizione al Tipo 2

è cercare di alterare ed estrarre altri pianeti e corpi.

Questo potrebbe iniziare con avamposti nello spazio,

transizioni verso infrastrutture e industrie vicino al pianeta natale,

passare alle colonie

e finire con la terraformazione di altri pianeti

cambiando la loro atmosfera,

la loro rotazione o posizione.

Man mano che una civiltà si espande

e usa sempre più cose e spazio,

il suo consumo energetico scala con loro,

quindi ad un certo punto,

potrebbero intraprendere il più grande progetto che una civiltà di Tipo 2 inferiore possa intraprendere:

costruire una Sfera di Dyson sfruttando l’energia della loro stella.

Una volta terminata questa megastruttura,

l’energia è diventata praticamente illimitata

per plasmare il sistema natale come meglio credono.

Se sono ancora curiosi,

competitivi, avidi ed espansionisti

e ora hanno il controllo completo

sul loro sistema natale,

infrastrutture stellari in atto

e la produzione di energia di una stella,

la prossima frontiera si sposta verso altre stelle

distanti anni luce.

Per una civiltà di Tipo 2,

la distanza da altre stelle

potrebbe sembrare come la distanza tra la Terra e Plutone oggi:

tecnicamente a portata di mano,

ma solo con immensi investimenti in termini di tempo,

ingegno e risorse.

Questo dà inizio alla loro transizione verso il Tipo 3.

Questo passaggio è talmente al di là di noi

che diventa difficile immaginare

come saranno esattamente queste sfide

e come verranno risolte.

Riusciranno a trovare una soluzione

alle grandi distanze

e ai tempi di viaggio di centinaia o migliaia di anni?

Saranno in grado di comunicare

e mantenere una cultura e una biologia condivise tra colonie

distanti anni luce?

O si divideranno in civiltà separate di Tipo 2?

Forse anche specie diverse?

Ci sono sfide mortali tra le stelle?

Quindi più una specie si avvicina al Tipo 3,

più diventa difficile immaginare come potrebbe effettivamente apparire.

Potrebbero scoprire una nuova fisica,

comprendere e controllare la materia oscura e l’energia

o essere in grado di viaggiare più veloce della luce.

Potremmo non essere in grado di comprendere le loro motivazioni,

tecnologia e azioni.

Gli umani sono le formiche,

che cercano di capire l’area metropolitana galattica.

Un’alta civiltà di Tipo 2

potrebbe già considerare l’umanità troppo primitiva

anche solo con cui parlare.

Una civiltà di Tipo 3

potrebbe sentirsi come ci sentiamo per i batteri

che vivono sul formicaio.

Forse non ci considererebbero nemmeno coscienti

o rilevanti per la nostra sopravvivenza.

Potremmo solo pregare che siano simpatici dei.

Ma la scala non finisce necessariamente qui.

Alcuni scienziati suppongono che potrebbero esserci civiltà di Tipo 4 e di Tipo 5

la cui influenza si estende su ammassi di galassie o superammassi,

strutture che comprendono migliaia di galassie e trilioni di stelle.

Alla fine, potrebbe esserci una civiltà di Tipo Omega

in grado di manipolare l’intero Universo e forse altri.

Le civiltà di Tipo Omega potrebbero essere le vere creatrici del nostro Universo,

per ragioni che esulano dalla nostra comprensione.

Forse erano solo annoiati.

Per quanto errata possa essere questa classificazione,

questo esperimento mentale ci sta già dicendo cose interessanti.

Se le nostre idee sulla natura delle specie

che formano le civiltà interstellari sono corrette,

quindi possiamo essere abbastanza sicuri

che non ci siano civiltà di Tipo 3 e oltre nei pressi della Via Lattea.

La loro influenza sarebbe con ogni probabilità così onnicomprensiva

e la loro tecnologia così al di sopra della nostra,

che non potevamo perderli.

La galassia dovrebbe lampeggiare con la loro attività

in migliaia di sistemi stellari.

Dovremmo essere in grado di vedere o rilevare i loro artefatti

o movimenti tra le diverse parti del loro impero.

Anche se una civiltà di Tipo 3 fosse esistita in passato

e fosse morta di una morte misteriosa,

dovremmo essere in grado di rilevare alcuni dei resti del loro impero.

Ma quando gli scienziati hanno cercato,

non hanno trovato resti di stelle raccolte,

megastrutture in decomposizione

o cicatrici di grandi guerre interstellari.

Quindi è molto probabile che non siano là fuori

e non lo siano mai stati.

In un certo senso, questo è molto triste,

ma anche molto rassicurante.

Lasciano la galassia a noi e ad altri simili a noi.

Quindi le civiltà più promettenti da cercare

potrebbero essere da qualche parte nello spettro dal Tipo 1.5 al Tipo 2.5.

Non sarebbero troppo avanzati per capire loro e le loro motivazioni.

Potrebbero aver terminato le loro prime megastrutture

e potrebbero essere nel processo di spostare le cose tra le stelle,

trasmettere enormi quantità d’informazioni nello spazio,

per caso o di proposito.

Probabilmente guarderebbero anche le stelle e ne cercherebbero altre.

Poi di nuovo, forse abbiamo sbagliato tutto.

Forse il progresso verso il Tipo 2

non significa espandersi verso l’esterno

e l’umanità è ancora troppo immatura per immaginare diversamente.

Per ora, tutto ciò che sappiamo davvero è che non abbiamo ancora visto nessuno.

Ma

abbiamo appena iniziato a cercare.

Fino a quando non troveremo finalmente super alieni amichevoli

e potremo chiedere loro di spiegarci le regole dell’Universo,

la maggior parte di noi deve accontentarsi di imparare cose da soli.

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verso d’anatra

Sottotitoli di Nico Maddalena